“1989-2019: IL MURO DI IERI, I MURI DI OGGI” – I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Con l’avvicinarsi del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino, che sarà celebrato il prossimo 9 novembre, proseguono e si intensificano gli appuntamenti della rassegna “1989-2019. Il muro di ieri, i muri di oggi”, organizzata da un’ampia rete di associazioni, partner scientifici e istituzionali con il coordinamento del Forum trentino per la pace e di diritti umani. Attraverso una ricca proposta di incontri, spettacoli, proiezioni, mostre e presentazioni di libri, l’iniziativa intende moltiplicare gli approcci e i punti di vista con l’obiettivo di rileggere uno snodo cruciale della storia del Novecento e al contempo riflettere in modo ampio e problematizzante sui muri fisici e immateriali del nostro presente.

La settimana si aprirà con l’anteprima del film di Werner Herzog e André Singer Herzog incontra Gorbaciov (2018), in programma lunedì 4 novembre alle ore 21 presso il cinema Astra, con il commento di Lorenzo Gardumi, storico della Fondazione Museo storico del Trentino, e Katia Malatesta, vicepresidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani. Significativa espressione del nuovo documentario d’autore, il film raccoglie le tre interviste che nell’arco di sei mesi hanno messo a confronto il maestro del cinema tedesco con l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica, protagonista nella catena di eventi che portarono alla dissoluzione dell’URSS e alla riunificazione della Germania. Il racconto degli anni che segnarono la fine della Guerra fredda e del “secolo breve” si arricchisce di accensioni ironiche e istanti intimi; le parole di Herzog e dell’anziano leader sono intervallate da immagini d’archivio e contributi di altri protagonisti di quella stagione, come George P. Schultz, segretario di Stato USA durante la presidenza Reagan, Lech Walesa, ex leader di Solidarność e presidente della Polonia, e Horst Teltschik, consulente alla sicurezza nazionale per Helmut Kohl.

Tornare a parlare della ‘Berliner Mauer’, rintracciandone la storia e le finalità politiche, permette anche di mettere in prospettiva il fenomeno dei nuovi muri, costruiti per tre quarti dopo il 1989. Su questo doppio binario si svilupperà l’incontro in calendario martedì 5 novembre, alle ore 17, presso l’Aula Grande della Fondazione Bruno Kessler. Una selezione di servizi e trasmissioni della Rai andati in onda tra il 9 novembre e il 31 dicembre 1989 – da Samarcanda a Rosso di Sera, da Linea Verde a Il Vento della Libertà – offrirà materia per ricostruire l’interpretazione “in diretta” della caduta del Muro di Berlino proposta dalla televisione nazionale, e per comprendere appieno il concetto stesso di “muro” e il suo ritorno in un tempo in cui, cadute le ideologie, restano le macerie e tornano le paure di fronte a situazioni geopolitiche sempre più instabili. Ne parleranno il giornalista Raffaele Crocco, autore della ricerca negli archivi Rai, e Pietro S. Graglia, autore del volume Il muro, Berlino e gli altri (edizioni People 2019), con il coordinamento di Maurizio Cau, ricercatore dell’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler (FBK-ISIG).

Mercoledì 6 novembre, dalle ore 21, si tornerà a leggere la storia con gli occhi della settima arte. Il cinema Astra ospiterà infatti un primo saggio del progetto della casa di distribuzione indipendente Reading Bloom “1989-2019 Trent’anni senza muro”, volto a presentare al pubblico italiano uno spaccato di vita nelle due Germanie a cavallo di quello storico spartiacque. Katia Malatesta e Maurizio Cau presenteranno il documentario Winter Adé (Addio inverno), diretto da Helke Misselwitz nei primi mesi del 1989. Nell’opera della regista, classe 1947, protagoniste sono le donne, che rivelano frustrazioni, speranze e aspirazioni personali e professionali nel contesto di una DDR prossima alla caduta. La fredda luce invernale e i resti di neve sporca completano l’immagine di una realtà del tutto diversa da quella che allora veniva propagata dal Partito di Unità Socialista. Winter Adé, con il suo titolo profetico e i suoi quadri di esistenze non appagate, è considerato uno dei pochi film veramente femministi che la RDT abbia mai prodotto.

La rassegna sarà quindi anche l’occasione per richiamare il rapporto tra storia e media, e in particolare l’influenza che i media esercitano sugli eventi storici, e per sondare la complessità e l’impatto dei fenomeni cinematografici e televisivi, tra generi, convenzioni rappresentative, tecniche e usi, in dialogo vitale con i modelli culturali e con l’evoluzione sociale.

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