Domenica 12 giugno si è celebrato il quinto anniversario della piantumazione del piccolo Kaki di Nagasaki presso il parco Alexander Langer di Trento.
Il kaki è una delle piante figlie dell’albero sopravvissuto al bombardamento atomico di Nagasaki nel 1945 e curato
dall’arboricoltore giapponese Masayuki Ebinuma. In seguito, Ebinuma concepì insieme all’artista Tatsuo Miyajima il
progetto “Kaki Tree Project – la rinascita del tempo”.
L’evento, tenutosi alle 18, è stato reso possibile grazie alla collaborazione della compagnia teatrale Finisterrae Teatri – che, per l’occasione, ha organizzato anche delle piccole incursioni clown dedicate al meraviglioso brivido della vita, a cura del gruppo Nasi Rossi in collaborazione con l’Associazione Dottor N.O.Ris. – insieme al Comune di Trento e al Forum Trentino per la pace e i diritti umani del quale, durante la celebrazione, ha avuto modo di intervenire il presidente Massimiliano Pilati attraverso un appello che riportiamo qui sotto integralmente.
Per Info e contatti:
Associazione: Finisterrae Teatri – Pituit Studio d’Arti
Mail: info@pituit.it
Tel: 392 7719702 o 333 9730700
Il “nostro” impegno contro il nucleare e il Kaki di Nagasaki
Domenica 12 giugno alle 18.00 si terrà la Festa dell’albero di kaki di Nagasaki, piantato nel Giardino
Langer di Trento nel 2017. Il kaki è una delle piante figlie dell’albero sopravvissuto al bombardamento
atomico di Nagasaki nel 1945 che, grazie ad un progetto internazionale, impegna le giovani generazioni
chiamate a curare l’albero a impegnarsi parallelamente per la Pace. A Trento la piantina è arrivata grazie
alla compagnia teatrale Finisterrae Teatri – Studio Pituit e al sostegno del Comune di Trento e del
Forum trentino per la pace e i diritti umani.
Questo anniversario cade in un momento nel quale per la prima volta dopo decenni, nelle dichiarazioni
dei leader mondiali non si esclude l’uso delle armi nucleari come risoluzione del conflitto in corso. Le
criminali esplosioni nucleari del 1945 di Hiroshima e Nagasaki ci ricordano molto bene cosa significhi
usare quelle armi. Ma il vero nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le
possiedono o le costruiscono, il vero nemico è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari: l’esser
pronti ad annientare gli altri qualora essi siano considerati una minaccia o un intralcio alla realizzazione
dei propri interessi. Crediamo fermamente che la popolazione mondiale abbia il diritto di vivere in un
mondo libero da questa minaccia. Qualsiasi uso di armi nucleari, intenzionale o accidentale, avrebbe
conseguenze catastrofiche, vastissime e durature per gli esseri umani e per l’ambiente.
In piena controtendenza rispetto al clima attuale che porta i nostri Stati ad armarsi per ricercare maggiore
sicurezza ci troviamo alla vigilia di un evento di portata storica con la convocazione a Vienna dal 21 al 23
giugno prossimi della Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi
nucleari (TPNW) scaturito da una “iniziativa umanitaria” della società civile internazionale, negoziato
all’ONU e adottato con voto positivo di 122 Stati il 7 luglio 2017, entrato in vigore il 22 gennaio 2021 (90
giorni dopo la ratifica di almeno 50 Stati). Purtroppo tra i paesi che non hanno ancora firmato c’è l’Italia.
Per questo è attiva la campagna di mobilitazione “Italia Ripensaci” portata avanti da Rete Italiana Pace e
Disarmo (di cui siamo parte attiva) e da Senzatomica, volta proprio a richiedere l’adesione del nostro
Paese al TPNW o, almeno, a partecipare da osservatrice alla Conferenza di Vienna di fine giugno.
Recentemente il nostro Consiglio Regionale ha approvato una mozione che chiede proprio che il
Parlamento e il Governo italiano partecipino alla Conferenza di Vienna, aderiscano al Trattato, e l’Italia si
impegni a realizzare un mondo libero dalle armi nucleari. Una analoga e importante risoluzione è stata
presa il 18 maggio scorso in Commissione Esteri alla Camera.
Secondo un Sondaggio condotto da YouGov per la Campagna internazionale ICAN nel novembre 2020,
l’87% dei cittadini italiani si dichiara favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW e il 74% vuole che le
testate nucleari statunitensi presenti in Italia nelle basi di Ghedi (BS) e Aviano (PN) siano rimosse dal
nostro territorio
Da anni il Forum trentino per la pace e i diritti umani è impegnato nella lotta alla proliferazione delle
armi nucleari, nella logica di un più ampio contesto di impegno attivo per la costruzione di una pace reale
fondata sulla cooperazione tra le nazioni e i popoli, sulla nonviolenza, sull’idea per cui la pace non possa
essere garantita con la guerra né con la minaccia nucleare.
Questo impegno è stato sposato recentemente anche dal neonato Cantiere di Pace, un progetto di cui
fanno parte varie persone e associazioni trentine unite dalla voglia di non restare passive difronte
all’ennesima guerra che affligge il nostro Mondo e firmatarie dell’Appello “Preparare la pace” che invita
a guardare al futuro e a scegliere di preparare la pace anziché la guerra.
Cantiere di Pace crede fermamente nella mobilitazione dal basso, capace di coinvolgere oltre agli abitanti
del nostro territorio anche le amministrazioni comunali. Per questo stiamo lanciando un appello ai
Comuni Trentini perché si attivino per aderire alla Campagna “Italia Ripensaci”, controfirmando il
Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, come importante atto simbolico di sostegno al percorso
multilaterale di disarmo nucleare e a dare disposizione ai loro uffici competenti per sollecitare il nostro
Governo e il nostro Parlamento a rivedere la posizione finora espressa e giungere alla firma e ratifica da
parte dell’Italia del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
Continuare a concepire l’atomica come un’opzione è la parte più crudele e misantropa della nostra
politica estera: serve ambire ad una politica estera per le persone, che faccia della cooperazione la
grammatica delle proprie espressioni.
Il Forum trentino per la pace e i diritti umani c’è, come sempre, anche su questa battaglia, serve che
ognuno si unisca in questo lavoro quotidiano per dargli tutta la concretezza di cui abbiamo bisogno.
Massimiliano Pilati – Presidente Forum trentino per la pace e i diritti umani