Il Servizio Civile è utile e non un modello fallito

Si riporta qui integralmente la lettera di risposta ad alcune affermazioni del presidente dell’associazione Nazionale Alpini del Trentino da parte del presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani Massimiliano Pilati, sottoscritta anche da Dario Fortin, Roberto Calzà, Michelangelo Marchesi, Marco Degasperi, Emanuele Curzel e Riccardo Santoni.

Questa lettera pubblicata dall’Adige oggi, venerdì 8 aprile, ricorda l’importanza del servizio civile e dell’effettivo successo che ha avuto a livello locale e nazionale e che quindi, non sia un fallimento e che non ci sia nessun bisogno di tornare alla leva obbligatoria. Questo anche perché, come Forum crediamo che “per costruire la pace bisogna prepararsi alla pace”.

IL SERVIZIO CIVILE É UTILE E NON UN FALLIMENTO

Siamo alcune persone che, nel tempo, si sono a lungo battute per l’avvento di un nuovo servizio civile, aperto a tutti e tutte, inclusivo e davvero utile alla comunità. Siamo quindi restati colpiti da alcune affermazioni del presidente dell’Associazione Nazionale Alpini del Trentino, Paolo Frizzi, pronunciate durante l’assemblea di domenica scorsa, affermazioni che riteniamo meritino qualche considerazione. A fronte del calo di iscritti all’ANA, inevitabile conseguenza della sospensione della leva obbligatoria, Frizzi ha sostenuto che: “Solo un sistema organizzato gerarchicamente può salvarci dal disastro dell’improvvisazione e del pressapochismo. Dobbiamo tornare a un servizio di leva obbligatorio. Non per insegnare ai ragazzi a fare la guerra, ma per essere pronti a ogni calamità naturale o provocata dalla stupidità umana, come in questi giorni. Nei primi anni Duemila qualcuno ha creduto che il servizio civile volontario avrebbe supplito alla sospensione della leva obbligatoria: quel modello ha miseramente fallito”.

Risulta curioso che non si parli di “servizio militare”, quasi ci si vergogni di chiamare le cose col proprio nome e temendo forse che – con una guerra così vicina – qualcuno ricordi che l’esercito resta ancora oggi l’istituzione deputata ad addestrare alla guerra. Ma soprattutto appare decisamente gratuita l’accusa di fallimento al modello del servizio civile che, peraltro, nessuno ha mai pensato dovesse supplire in qualche modo alla leva militare obbligatoria, visto che son cose completamente diverse. E i volontari in servizio civile (solo quelli conteggiati in progetti di livello nazionale, a cui vanno aggiunti le migliaia presenti nei progetti regionali) oggi in Italia sono oltre 40mila, mentre il Ministero della Difesa per il 2022 ha emesso un bando per soli 7.200 volontari di ferma annuale. Ma la spesa militare italiana 2021 è di 24 miliardi, quella per il servizio civile ammonta a poco più di 300 milioni (lo 0,001% della prima).

Che l’ANA sia una storica e benemerita associazione di volontariato, importante supporto per molte attività a livello nazionale e locale ed elemento di coesione sociale, nessuno lo mette in dubbio. Ma che per farla sopravvivere si debba tornare alla leva militare obbligatoria, invece che aggiornarsi e proporsi in modo nuovo, appare una posizione decisamente originale, viste le numerose opportunità che ci sono per servire la propria comunità. Tra queste certamente anche il servizio civile che – alla faccia del fallimento – in questi ultimi decenni si è posto come un’opportunità di crescita ed apprendimento a favore di migliaia di giovani, diventando una vera occasione di transizione all’età adulta, offrendo loro competenza, coscienza, senso civico, responsabilità. Senza strutture gerarchiche, senza divisa e senza usare le armi”.

Massimiliano Pilati, Dario Fortin, Roberto Calzà, Michelangelo Marchesi, Marco Degasperi, Emanuele Curzel Riccardo Santoni.

La guerra da qui – Massimiliano Pilati

Riportiamo qui integralmente la lettere scritta e pubblicata dall’Adige dal presidente del Forum Massimiliano Pilati. La lettera promuove un appello alla pace e l’intraprendenza della realtà sociale che sta dando tutto il suo supporto al popolo ucraino, citando la Carovana giunta a Leopoli il 1 aprile, un importante atto e simbolo di interposizione nonviolenta. Le parole conclusive del presidente infine emergono da una riflessione sul significato delle azioni umanitarie e della loro importanza come baluardo nel cielo buio della guerra, marcando quanto l’educazione alla pace e ai diritti umani sia una cosa non solo sentita dai giovani, ma fondamentale per avere un modo che poggia sui diritti umani e la pace come valori principali.

La guerra da qui

Trent’anni fa, la Marcia dei 500 è partita da Ancona, ha attraversato l’Adriatico e, da Spalato a Sarajevo, ha realizzato quella che – chi c’era se lo ricorda – è stata una delle azioni di interposizione nonviolenta più eclatanti della nostra storia recente. Una delle più evidenti e mediatiche ma non l’unica: in Palestina, Colombia, Libano, Siria (solo per nominare i luoghi dove realtà come Operazione Colomba utilizzano questo approccio per affrontare guerre, conflitti e occupazioni), queste azioni sono all’ordine del giorno.

Nel 1992, le 500 persone guidate da don Tonino Bello entrarono nel cuore della guerra sperimentando e mostrando a tutte e tutti noi l’esistenza di alternative alle logiche internazionali, alla corsa alle armi, alla violenza.

Guardando le immagini di quel periodo è facile ritrovare il video del ritorno dei e delle 500 al porto di Ancona: un giornalista chiese a don Tonino Bello se, dopo la loro marcia, c’era più speranza di pace nei Balcani e lui rispose: “penso di sì. Ma oltre che in Bosnia, anche in Italia e in Europa”. Già prima del 24 febbraio di quest’anno quella promessa, l’idea di poter avviare un percorso diverso per tutte e tutti, era stata disattesa dalla nostra ambiguità.

Trent’anni dopo l’Europa assiste ad un’altra guerra dentro casa, ognuno di noi può fare qualcosa di più e di concreto per fermare questo scempio.

Da sempre siamo accanto agli ultimi, al fianco delle vittime con azioni umanitarie e iniziative di solidarietà internazionale. Vengono momenti in cui però “la pace attende i suoi artefici” e noi non possiamo disattenderla. Per questo trent’anni dopo, una nuova azione di interposizione nonviolenta viene promossa da oltre 100 organizzazioni della società civile e sostenuta da oltre 800 persone: partirà venerdì 1 aprile, di mattina, da Gorizia (altro simbolo di quell’altra guerra) verso Leopoli, lungo i tracciati della Storia. Tra le tante persone in partenza ci saranno anche i trentini Marco Baino e Alberto Tamanini: come Forumpace sosteniamo con forza questa iniziativa, pronti e pronte a rilanciarne i frutti, a servizio di queste comunità in movimento.

“Cosa posso fare, io?” è una domanda giusta, ma non sufficiente. Questa guerra non sarà risolta da azioni individuali, sicuramente non le nostre ma nemmeno quelle che riguardano i “grandi della Terra”. La dimensione individuale non è sufficiente ad affrontare e risolvere le crisi che ci troviamo a fronteggiare. È il momento di pratiche collettive finalizzate a stravolgere lo stato delle cose: Tonino Bello attaccava il “monoteismo della pace” messo in crisi dalla “scoperta” della stretta relazione tra pace e giustizia sociale. “Si è asserito – e si continua ad asserire – che collegare il discorso sulla pace (e quindi il discorso sulla guerra) con i discorsi sull’economia perversa che domina il mondo, sul profitto, sulla massimizzazione del profitto, sui debiti del Terzo mondo, sulla crescente divaricazione tra i Nord della Terra e i Sud, significa fare la parte degli utili idioti”. È in questo che sta la nostra ambiguità: anche con la Russia (come con molti altri Stati nel mondo) la nostra ambiguità ha portato sempre a scegliere l’utile dittatore. Per costruire la pace serve scegliere di uscire da quella ambiguità.

Richiamare oggi Tonino Bello e quel mondo non significa rimpiangere un passato d’oro che non abbiamo più a disposizione ma mostra il fallimento di intere generazioni, incapaci di farsi carico di quelle promesse.

Le stesse che oggi scuotono le nostre piazze, le assemblee delle nostre scuole, i cortei e le occupazioni, le chat, i video su TikTok. Fanno fatica a stare sulle pagine dei giornali e, quando succede, è difficile riuscire a rendere le connessioni e l’intersezionalità che le attrici e gli attori di queste lotte hanno ben chiare in mente e nelle azioni che realizzano.

Sabato 26 marzo, durante il convegno delle Acli “In Movimento”, Lorenzo Tecleme (Fridays for Future) lo ha spiegato molto bene, raccontando il senso che Fridays for Future ha dato alla locuzione “giustizia climatica”. Una lotta che ha bisogno di pratiche collettive: Tecleme ci ha raccontato di una contro-contestazione che ha incrociato durante lo Sciopero per il Clima a Bologna, il 25 marzo. Un trentenne, ecologista e attivo, contestava la piazza, il corteo, invitando i suoi partecipanti ad agire nel proprio privato, cambiando il proprio stile di vita. Una persona della generazione subito precedente a quella di Tecleme che, in piazza, contestava l’idea per cui l’azione politica dovesse essere collettiva: “per chi era alle scuole superiori, come me, nel 2019 – ha raccontato Tecleme – l’arrivo di Fridays è stato una cosa incredibile. Non è stato qualcosa che ha coinvolto quella minoranza di studenti politicizzati che le proteste le organizzano sempre: è stato qualcosa che ha coinvolto tutti, è stato qualcosa per cui in ogni classe ci si incontrava e se ne parlava. E qualcosa di molto simile è successo in Università. È stato veramente un’ondata, che ha coinvolto tutti e su cui tutti si sono fermati a riflettere”.

Questo stesso sguardo collettivo e attento, intersezionale e mescolato è quello che abbiamo visto mercoledì, nel cortile di Palazzo Thun, insieme a Civico 13, Deina Trentino, Associazione 46° Parallelo e Centro per la Cooperazione Internazionale. Giovani e non, a ragionare su come siamo arrivati fino alle bombe su Kiev e su cosa possiamo fare noi. Noi, non io. Dobbiamo tornare a guardare a questa dimensione: collettiva, politica, di parte. Abbiamo bisogno di agire sapendo che non c’è pace senza giustizia sociale, ambientale e climatica.

Ecco, allora, che l’impegno è ancora una volta quello di costruire modi nuovi di dare forma all’azione collettiva. Cedere potere, perché è evidente che il modo in cui lo abbiamo esercitato fin qui è inadatto ad affrontare presente e futuro. Mescolare generazioni e sguardi, perché è naturale pensare “i giovani sono il futuro”, ma è folle immaginare quel futuro senza la parte numericamente predominante della popolazione. Agire collettivamente e politicamente, perché la pace passa attraverso la giustizia climatica, la conversione ecologica, la lotta alle disuguaglianze. Qui ed ora. Non ci sarà pace se non affronteremo i pericoli della siccità che sta colpendo il nostro territorio. Non ci sarà pace se non sapremo interpretare i bisogni materiali di persone e generazioni schiacciate da un’intera esistenza costellata da crisi economiche e sociali. Non ci sarà pace, insomma, se non lasceremo di nuovo che sia la politica, agita nelle organizzazioni per come le abbiamo conosciute noi o fuori, in altri luoghi ancora, quella esercitata in modo collettivo, a immaginare e costruire una società più giusta per tutte e tutti.

Massimiliano Pilati

Presidente Forum trentino per la pace e i diritti umani

Il CCR di Cles visita il Forum

Ieri, lunedì 4 aprile il Consiglio dei ragazzi di Cles ha fatto visita al Forum trentino per la pace e i diritti umani, un momento in cui i ragazzi hanno avuto modo di conoscere il presidente del Forum Massimiliano Pilati, scambiare idee e capire meglio la realtà del Forum e come opera.

Questa visita è avvenuta anche grazie allo stretto rapporto che il Forum intrattiene con il Comune di Cles e in particolare con il CCR, dal momento che, proprio nei mesi di marzo e aprile, ha partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento “Cles X agenda 2030”, portando nel comune una mostra sulla pace e presentando il libro “Un’idea disarmante”, scritto per il trentennale, che racchiude in sé lo spirito e la natura del forum.

Queste visite sono importanti perché mostrano lo spirito di iniziativa dei giovani che meritano tutto il supporto del mondo delle associazioni e degli adulti in generale. Per questo, ci proponiamo di rilanciare anche qui l’evento del Comune di Cles organizzato dal CCR: P.A.C.E “Pensare Assieme Come Educare alla Pace”

Pace e Nonviolenza: il protagonismo dal basso per un’Europa solidale

Il Coordinamento Nazionale Comunità di accoglienza ha organizzato oggi, martedì 5 aprile, un convegno dedicato alla mobilitazione della società civile e del movimento nonviolento. Ci saranno diversi partecipanti, tra cui, il presidente del Forum Massimiliano Pilati che terrà un intervento sulla difesa popolare nonviolenta.

Insieme al presidente del Forum ci saranno Marco Abram e Stefano Rossi, del Centro per la Cooperazione Internazionale che faranno un intervento sulla mobilitazione della società civile nei Balcani, Giovanni Rende, Presidente della Consulta nazionale del Servizio Civile Universale che discuterà sulla natura del servizio civile come strumento di pace.

A coordinare gli interventi sarà Alice Pistolesi, giornalista, dell’Associazione 46° parallelo/Atlante delle guerre ed infine, in conclusione del convegno, ci sarà un intervento di Gigi Nardetto, del CNCA.

COME PARTECIPARE:

L’incontro si terrà in contemporanea sulla piattaforma Zoom, per la quale sarà necessario partecipare a questo link Pace e non violenza, e in diretta Facebook alla pagina del CNCA.

DATA:

martedì 5 aprile ore 17:00-19:30

Stop The War Now – Azione di pace nonviolenta in Ucraina

Il Forum trentino per la pace e i diritti umani ha aderito all’iniziativa promossa dalla rete delle associazioni italiane pacifiste e non violente insieme ad altre realtà impegnante nella costruzione della pace (Rete Italiana Pace e Disarmo, Arci, Movimento Nonviolento, Cgil solo per citarne alcune).

Oggi, 1 aprile 2022, da Gorizia sono partiti con la carovana almeno 60 mezzi di trasporto con la presenza di circa 200 persone, con almeno 20 tonnellate di materiali che verranno donati agli ucraini fra generi alimentari e medicinali. Per il rientro circa 300 posti verranno messi a disposizione di persone fragili e bambini come via di fuga dalla guerra che infuria. Tra le tante persone in partenza ci saranno anche i trentini Marco Baino e Alberto Tamanini.

Questa mobilitazione di mezzi e persone è volta a testimoniare sul campo, con la presenza di volontari e rappresentanti delle varie realtà associative ed istituzionali, l’importanza dell’appello alla pace e di un immediato cessate il fuoco, oltre a poter permettere a persone con fragilità (madri sole e bambini) di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l’Italia.

In un momento come questo è più che mai importante far sentire le voci di tutte le realtà che si schierano contro la guerra promuovendo la pace e la non violenza. Per questo motivo il Forum ha aderito all’iniziativa e si propone di rilanciarla in uno spirito di unione nell’appello ad una pace ingiustamente minata dall’aggressore russo.

Per maggiori informazioni si vada a questo link: STOPTHEWARNOW

Conflitto in Ucraina: come siamo arrivati fin qui? E cosa possiamo fare noi

Civico13 – Sportello Giovani Trentino insieme al Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Deina Trentino, Associazione 46° Parallelo e il Centro per la Cooperazione Internazionale propone un dialogo per comprendere meglio il contesto storico e geopolitico che ha portato al conflitto in Ucraina, offrendo uno sguardo sulle possibilità di solidarietà e aiuto al popolo ucraino presenti sul territorio trentino.

Data: mercoledì 30 marzo ore 17:30.

Luogo: Cortile interno di Palazzo thun, via Belenzani 19, Trento.

IMPORTANTE: per partecipare è necessaria la prenotazione e il green pass.

Link per prenotarsi (accesso gratuito): Conflitto in Ucraina: come siamo arrivati fin qui? E cosa possiamo fare noi.

Per maggiori informazioni sulle associazioni partecipanti:

Il Comune di Cles x l’Agenda 2030

Il comune di Cles vuole essere soggetto attivo del programma dell’Agenda 2030 sugli obiettivi sostenibili e lo fa rilanciando una serie di iniziative facenti parte del progetto “Cles X Agenda 2030“. Questo progetto, in auge dal 2021 e con scadenza nel 2023, è promosso dal Comune insieme al CCR, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, istituito nel 2013 con lo scopo di raccogliere le opinioni dei giovani nelle situazioni che li riguardano.

Dal 2021 fino ad oggi sono stati realizzati numerosi eventi di sensibilizzazione, ognuno volto ad un obiettivo specifico dell’agenda 2030:

  1. settembre, ottobre e novembre 2021: dedicati all’obiettivo 15 “vita sulla terra”
  2. novembre e dicembre 2021: dedicati all’obiettivo 5 “parità di genere”.


Ora, per marzo e aprile 2022, gli eventi riguarderanno nello specifico l’obiettivo 15 “pace, giustizia ed istituzioni solide” e 10 “ridurre le disuguaglianze”, sarà presente anche il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, sotto trovate riassunte le date e gli eventi dei prossimi giorni:

  1. Dal 22 marzo al 22 aprile, P.A.C.E. (Pensare Assieme Come Educare alla pace): Mostra sulla pace (atrio del municipio) e Percorso/gioco con 10 parole di pace (a cura del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani)
  2. venerdì 25 marzo ore 20:30, Diffondere la Aace Generazioni a Confronto: presentazione del libro “Un’idea disarmante”, presso la Sala Borghesi Bertolla, con Marta Villa, Riccardo Santoni, Massimiliano Pilati e Daniele Paoli.
  3. sabato 26 marzo, dalle 14:00 fino alle 18:00, Giochiamo alla Pace: serie di giochi che si svolgeranno in Piazza a Cles, Mercatino dell’usato organizzato dal Gruppo Scout, Stand con materiale per la scuola di docenti senza frontiere, mostra temporanea “eppure il vento soffia ancora” e “volti di pace” (a cura del Forum trentino per la pace e i diritti umani), Giochi in Compagnia a cura del CCR e del Gruppo Scout di Cles, Laboratori creativi e Laboratori scientifici.

Corno d’Africa: zona d’ombra nell’informazione italiana

Il Nodo Trentino della Rete in Difesa di in collaborazione con il Coordinamento Associazioni Vallagarina per l’Africa sta promuovendo un evento di approfondimento sulla regione orientale dell’Africa. Il focus dell’incontro sarà la situazione politica, economica e sociale dei paesi che fanno parte del Corno D’Africa in modo tale da fornirne una visione più articolata e completa. Il bisogno di raccontare i contesti politici ed economici di questi paesi è dovuto soprattutto al fatto che da quest’ultimi non pervengano mai molte informazioni, rimanendo spesso delle “zone d’ombra” nonostante lo stretto rapporto che molti paesi, tra cui l’Italia, hanno intrattenuto col continente africano.

L’incontro si terrà online martedì 29 marzo dalle ore 20:30 alle 22:00 e si può accedere attraverso questo link: Corno D’africa: zona d’ombra nell’informazione italiana.

Per maggiori informazioni scrivere a questa mail: info@cci.tn.it  

Partecipanti:

Chiara Sighele (Moderatrice): Centro Cooperazione Internazionale.

Mario Raffaelli (Intervento): presidente onorario AMREF e inviato speciale del Governo italiano per il Corno d’Africa

Beatrice Taddei Saltini (animatrice del dibattito): Associazione 46°Parallelo.