La differenza dell’essere

La rassegna “La differenza dell’essere. Donne e uomini come risorse per sviluppare uguaglianza e giustizia“, promossa dall’associazione Giovani Arco ha visto la partecipazione dei Comuni di Arco, Dro e Drena, un lavoro di rete per lanciare una riflessione lunga, articolata, sul tema della violenza sulle donne, “per il quale c’è un grande muro culturale da abbattere”, ribadisce il sindaco di Arco, Alessandro Betta.

Dopo l’appuntamento dell’8 marzo, lunedì 15 marzo sarà l’occasione per riflettere sul modo con cui i giovani e le giovani vivono temi centrali nella vita di ciascuno, dalla sessualità al rapporto con l’altro: Crescere uominiinfatti, raccoglie le risposte di oltre mille ragazzi alla domanda “come vivete sessualità, pornografia e sessismo?”. Parole preziose, che raccontano di una generazione che non vede più negli adulti dei riferimenti educativi e che delega a YouPorn la propria educazione sessuale e sentimentale.

Per partecipare, basta scrivere a ass.giovaniarco@yahoo.it.

L’autrice Monica Lanfranco sarà anche la formatrice del corso “Governare le relazioni: so-stare nella crisi. Politica e cittadinanza attiva alla prova della democrazia sessuata”, un seminario di formazione online che si svolgerà il 28 marzo e l’11 e il 18 aprile, dalle 18 alle 20.30.

Una rassegna intensa, che si snoderà tra l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, e il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne: un percorso di senso, che metterà al centro della discussione la lotta contro la violenza e le discriminazioni di genere ma anche temi come la sessualità, la pornografia, il rapporto dei giovani e delle giovani con la sfera degli affetti e con il proprio corpo. E, ancora, spettacoli teatrali, concerti, seminari e percorsi di formazione.

“L’associazione Giovani Arco è contenta di essere una risorsa del territorio, il nostro augurio è che questo progetto si riveli all’altezza delle grandi ambizioni che l’hanno mosso”, racconta Cristina Bronzini, volontaria dell’associazione. “È importantissimo diffondere una cultura diversa, in particolare vogliamo aiutare le donne ad alzare la testa a non sopportare più e a non nascondere la violenza, ma a ribellarsi e a pretendere una vita degna di rispetto e d’amore“.

Trentino for Tibet con i tibetani per ricordare il 62° anniversario dell’insurrezione

Per il 62° anniversario dell’insurrezione dei tibetani che ha portato all’esilio di Sua Santità il Dalai Lama e l’enorme sacrificio umano e alla diaspora dei tibetani nel mondo, Trentino for Tibet ha realizzato un dialogo virtuale tra Roberto Pinter e il ven Geshe Dhondup La, abate in Arunachal Pradesh e che ha trascorso diversi anni in Trentino e in Italia. Cliccate il link qui sotto per accedere al video:

Il 10 marzo 1959, a nove anni dall’occupazione cinese del Tibet e dopo tre anni dall’inizio di una guerriglia anticinese nella parte orientale del Paese, diffusasi la voce di un progetto di rapimento del Dalai Lama, si verificò una prima rivolta popolare. Il 12 i manifestanti proclamarono l’indipendenza del Tibet, ma furono duramente repressi dalle autorità, mentre il Dalai Lama espatriava in India e da allora rimane in esilio.

In questo messaggio, il ven Geshe Dhondup La ricorda a tutti e tutte noi l’attualità della questione tibetana e il senso di questa giornata e, insieme a Roberto Pinter, ribadiscono la necessità dell’impegno di tutto il mondo per questa causa.

Verso l’8 marzo

La Giornata internazionale della donna celebra i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo. E’ solo nel 1977 che le Nazioni Unite decidono di invitare tutti gli Stati membri ad indicare una data, secondo i propri calendari e le proprie tradizioni, in cui celebrare questa Giornata, una ricorrenza che ha una storia molto più lunga.

L’8 marzo non è “solo” una giornata di celebrazione: rappresenta una lotta quotidiana, l’occasione per riflettere su quanto l’uguaglianza di genere sia ancora lontana dall’essere raggiunta nel mondo. E gli ostacoli sono legislativi tanto quanto culturali: “tutti gli Stati sono patriarcali” scrive Joni Seager su L’Atlante delle Donne (add editore).

Lo sono quando hanno a che fare con il singolo cittadino e lo sono in molti modi diversi. Per questo, la questione femminile e femminista riguarda tutte e tutti:

La mia definizione di “femminista” è questa: un uomo o una donna che dice sì, esiste un problema con il genere così com’è concepito oggi è dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo fare meglio.

Chimamanda Ngozi Adichie

Per questo, l’8 marzo saremo in piazza accanto a Non una di meno e alle altre associazioni promotrici della manifestazione, in Piazza Duomo a Trento, a partire dalle ore 15.

I numeri.

Nel mondo delle donne”, scrive ancora Seager, “esistono pochi Paesi ‘sviluppati’ e guardare il mondo attraverso la realtà femminile solleva dubbi sulla validità delle consuete distinzioni tra Paesi ‘sviluppati’ e ‘sottosviluppati’”.

Solo il 17 per cento di tutti i capi di stato o di governo e il 23 per cento dei parlamentari nel mondo sono donne.

I Paesi con la rappresentanza più alta sono, nell’ordine, Rwanda (61,3%), Cuba (53,4%), Emirati Arabi (50%) e Nicaragua (48,4%). In Europa, Svezia, Andorra, Finlandia e Norvegia sono le più virtuose (tra il 40 e il 50%). L’Italia si colloca al 36° posto con il 35,7%; la Germania al 49°, con il 31,5%.

Alla rappresentanza politica si affiancano altre fondamentali diseguaglianze: nel salario percepito (in Europa, ad esempio, le donne guadagnano in media il 15% in meno degli uomini:); nella possibilità di avere accesso all’acqua (particolarmente importante per le donne e i bambini che trascorrono buona parte del loro tempo alla ricerca dell’acqua); nelle violenze subite (solo in Italia, 6 milioni 788 mila donne nella fascia 16-70 anni – il 31,5% – ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale; la media mondiale, nel 2010, era del 30%); nell’accesso alle cure, dalla contraccezione all’aborto, dal parto sicuro alla medicina di genere.

L’insieme di questi – e altri – elementi va a comporre il Global Gender Gap Index, uno strumento sviluppato dal World Economic Forum e che misura, Paese per Paese, l’ampiezza del divario tra uomini e donne. Alle prime posizioni ci sono quei Paesi che hanno risolto almeno l’80% del loro divario: nell’ordine, Islanda, Norvegia, Finlandia. In quinta posizione, il Nicaragua (primo Paese dell’America latina); in sesta la Nuova Zelanda (primo Paese dell’Oceania). Il Ruanda, con la sua nona posizione, è il primo Paese africano seguito – alla 12° posizione – dalla Namibia. Le Filippine (16° posizione) sono il primo Paese asiatico: rispetto al 2018, data dell’ultima misurazione, ha perso otto posizioni. Il Canada (19° posizione) stacca – di molto – gli Stati Uniti d’America (53°).

L’Italia è alla 76° posizione.

Le scelte.

I numeri descrivono il problema, non lo risolvono.

Serve fare delle scelte: la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, nel saggio Dovremmo essere tutti femministi, risponde alla domanda “perché parli delle donne?” in questo modo:

C’è chi chiede: “Perché la parola femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì?” Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare le specificità del problema del genere. Vorrebbe dire tacere che le donne sono state escluse per secoli. Vorrebbe dire negare che il problema del genere riguarda le donne, la condizione dell’essere umano donna, e non dell’essere umano in generale.

L’8 marzo ci parla di tutto questo e di molto altro ancora. 

L’8 marzo è una ricorrenza, un monito, un promemoria permanente della necessità di perseverare in ciò che è giusto. Dare alle donne e alle ragazze pari accesso all’istruzione, alle cure sanitarie, ad un lavoro dignitoso e alla rappresentanza nel processo decisionale politico ed economico favorirebbe economie sostenibili e beneficerebbe le società e l’umanità intera.

Dirsi femministə significa lottare contro tutte queste disuguaglianze: per i diritti e per la pace, contro la violenza nei linguaggi e nelle azioni.

Il Forum Pace, insieme alla Commissione provinciale pari opportunità, con i Centri antiviolenza, le reti e le associazioni che tutelano i diritti della donna sono in prima linea in questa battaglia: perché nessuna sia lasciata indietro, perché tutte possano vivere libere dalla gabbia paralizzante dell’umiliazione e della paura.

Giovani & Comune. L’esperienza delle consulte giovanili in Trentino

Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani invita ad iscriversi all’incontro “Giovani e comune: l’esperienza delle Consulte in Trentino” che si terrà online sulla piattaforma Zoom (per prenotazioni, cliccate qui) l’11 marzo 2021, ore 20.30.

La serata racconterà il cammino delle Consulte dei giovani in Trentino, uno strumento di partecipazione giovanile e di dialogo con le istituzioni.
L’incontro sarà moderato da Riccardo Santoni, coordinatore del ForumPace, e interverranno i rappresentanti dei Comuni e/o di alcune consulte nate nel corso degli anni: Vallelaghi, Novella, Civezzano e Fornace, Pergine, Caldonazzo, Calceranica, Levico e Tenna, Folgaria.

L’incontro sarà strutturato in due parti: nella prima, le Consulte e le amministrazioni che le hanno viste nascere si racconteranno per evidenziare i percorsi e i processi che hanno portato alla loro creazione. Nella seconda, invece, ci divideremo per tavoli territoriali dove le diverse realtà interessate a far nascere questi organismi avranno modo di iniziare a confrontarsi sul perché e sul come attivare questo processo anche nel proprio Comune o nel proprio territorio.

I tavoli previsti sono per i Comuni di Lavarone, Luserna, Rovereto, Ala, Avio, Brentonico.

Con la partecipazione di Rovereto GiovaniForesta – Piano Giovani degli Altipiani Cimbri e Piano Giovani Ambra.

Rompere il silenzio, rilanciare la pace in Repubblica Democratica del Congo

L’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista dell’auto su cui i due viaggiavano, Mustapha Milambo, ha riacceso i riflettori su quanto sta avvenendo in Repubblica Democratica del Congo.
Chiama l’Africa in collaborazione con AOI, Solidarietà e Cooperazione CIPSI, Time for Africa, Rete della Pace per il Congo, Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Club per l’Unesco di Udine organizza una diretta streaming martedì 2 marzo, dalle ore 18.00 per parlarne.

Lo faranno con l’aiuto di Jean Angelo Ferrari, Leonard Touadi, Mario Giro, Brigitte Kamu, Pierre Kabeza, Salumu Jean Baptiste, Luisa Flisi, Antonina Lo Schiavo e in diretta dal Congo Bwiza Kinamula.
Questa rete di realtà invita a non stare a guardare e a mettere in campo azioni concrete:
1. Esigere assoluta trasparenza sul reperimento delle materie prime per la costruzione di cellulari, televisori, computer, motori elettrici.
2. Chiedere alle aziende colpevoli di sfruttamento minorile – anche attraverso terzi – di rispondere dei propri crimini, compensando le famiglie coinvolte e promuovere un sistema di estrazione delle materie in questione finalmente etico e umano.

Il parere del ForumPace sul disegno di legge sull’osservatorio discriminazioni

Martedì 9 febbraio 2021 il Forumpace è stato convocato dalla 5° commissione del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento per esprimere il proprio parere consultivo in merito alla proposta di “Disegno di legge 14 gennaio 2020, n.43: Osservatorio sulle discriminazioni, l’intolleranza e l’odio in provincia di Trento.

Di seguito riportiamo quanto consegnato formalmente (e esposto) alla Commissione dal
Presidente del Forum Massimiliano Pilati.

Idee a confronto: arriva il divano di SalotTEENS

Un divano, dei giovanissimi ospiti e, di volta in volta, due relatori con cui chiacchierare su quello che interessa ai teenager, quello che riguarda tutti e tutte noi: SalotTEENS. Idee a confronto, quattro chiacchiere sul divanoè la nuova rassegna ideata dai giovani per i giovani (e non solo) assieme a MUSE – Museo delle Scienze e Centro Studi Erickson Trento e in collaborazione con Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento, OTIUM e Forum trentino per la Pace e i diritti umani.

Dopo mesi e mesi di pandemia, dopo la DAD, l’isolamento, la distanza, i ragazzi e le ragazze del Trentino tornano ad aprire spazi dove ragionare tutti e tutte assieme attorno a quanto sta accadendo nel mondo e nelle nostre vite: dalla politica all’Europa, dal sesso agli stereotipi passando per l’incertezza – di tutti e tutte – nei confronti del futuro

Quattro appuntamenti, quattro temi: sono partiti il 18 febbraio con un Alessandro Rosina e Marco Balzano in dialogo con Gaia Enea Simone Cont. Il tema? Libertà è partecipazione: di fronte ad una politica che invecchia sempre di più, la discussione passerà dalla fiducia nelle istituzioni al voto a 16 anni, passando per la distanza tra programmi scolastici e mondo contemporaneo.

Libertà è partecipazione – Salotteens, primo episodio
Oggi decido io! – Salotteens, secondo episodio

“Perché non mettersi a confronto con il mondo degli adulti sulle varie tematiche che ci stanno più a cuore?”: questa la domanda che ha guidato gli organizzatori e le organizzatrici nell’immaginare il percorso che prosegue il 18 marzo, sempre alle 18.30, con un dialogo con Manlio Castagna dal titolo “Oggi decido io“; il 26 aprile, durante una grande assemblea di istituto plenaria organizzata dalla collaborazione tra alcune scuole di Trento e Rovereto (e che anticipa l’arrivo di OTIUM2k21 – Non è un paese per giovani) si parlerà de “La società del pudore“; chiude questo lungo cammino l’incontro del 13 maggio, ore 18.30, dove si ragionerà di stereotipi, dalla parità di genere all’immigrazione, attorno al tema “Io non sono razzista ma…“.

Insomma: SalotTEENS è un altro bel passaggio di un percorso che non nasce oggi e che, sicuramente, non accenna a fermarsi.

Discriminazioni multiple e come riconoscerle: al via il progetto INGRiD

“Discriminazioni multiple e intersezionali: come riconoscerle e contrastarle” è un video realizzato dal Centro per la Cooperazione Internazionale, con il contributo del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani nell’ambito del progetto europeo INGRID – Intersecting Grounds of Discrimination in Italy.

L’obiettivo del progetto è combattere le discriminazioni multiple usando un approccio internazionale. INGRiD intende creare in Italia una rete di servizi antidiscriminazione qualificati, rafforzare l’assistenza fornita alle vittime e diffondere consapevolezza su come combattere le discriminazioni.

Le attività del progetto – che mira al consolidamento di una rete nazionale antidiscriminazione e all’istituzione di una “antenna” anche in Trentino – prevedono la ricerca sulle discriminazioni multiple nascoste; la formazione locale a professionisti pubblici e privati (forze dell’ordine, trasporti pubblici, insegnanti); oltre allo scambio di buone pratiche.

Qui il video di presentazione del progetto.