Donne dell’Islam e impegno pubblico: un convegno a Trento

“Donne dell’Islam, società italiana e impegno pubblico”: è questo il titolo del convegno organizzato dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne per venerdì 4 febbraio 2022, dalle ore 17.30 presso la Sala Conferenze della Fondazione Caritro, a Trento

Nato nel 2019, l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne è un’iniziativa mossa dall’impegno di 22 donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti – luterana, metodista, valdese, battista, avventista, pentecostale -, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste) e finalizzata a realizzare incontri, dibattiti e favorire il dialogo e la consapevolezza nel contrasto alla violenza sulle donne.

L’incontro, moderato da Adel Jabbar, vedrà la partecipazione di Sumaya Abdel Qader, sociologa e ricercatrice, Fedoua El-Attari, poetessa e promotrice culturale, Marisa Iannucci, esperta di studi islamici e questioni di genere e Ouejdane Mejri, informatica e presidente dell’associazione Pontes.

Torna Promemoria Auschwitz

Riparte il lavoro di avvicinamento all’appuntamento con “Promemoria Auschwitz 2022” di Deina Trentino Alto Adige: il progetto, dopo le difficoltà del 2021, riparte per coinvolgere ragazzə da tutta la Regione. Insieme a decine di altrə provenienti da tutta Italia, seguiranno un percorso di formazione e avvicinamento, perché vedere Auschwitz, oggi, e coglierne il significato, le implicazioni e le complessità non può prescindere da una prospettiva che non si limiti alla memoria nazionale ma sappia allargare lo sguardo a una dimensione europea e universale.

Per costruire una società civile virtuosa e partecipata, capace di cogliere le sfide future e di crescere con esse, è necessario partire dall’educazione e dal coinvolgimento delle giovani generazioni, e lə ragazzə allə quali ci rivolgiamo sono oggi prima di tutto cittadinə europeə.

Dal sito di Deina

Per partecipare compila il modulo online entro il 10 febbraio 2022.

Il percorso di formazione e avvicinamento al tema della Shoah e alla costruzione di una memoria collettiva attorno alla seconda guerra mondiale verrà svolto con laboratori didattici che alternano momenti di lezione frontale a workshop interattivi gestiti con il metodo dell’educazione fra pari

I laboratori sono l’ossatura del percorso di formazione, il mezzo necessario per poter affrontare l’esperienza con una preparazione adeguata e viverla in modo consapevole e costruttivo. Per ciascuna regione, saranno proposti approfondimenti che valorizzino le storie e memorie locali e le risorse presenti sul territorio (Università, Istituti Storici, Fondazioni, Associazioni, ecc.) dando vita a una rete di collaborazioni.

L’esperienza del viaggio e della visita dei luoghi riguarderà tanto il piano locale, con la visita dei luoghi cittadini e regionali che sono stati scenari chiave di quel periodo, sia il piano nazionale e transnazionale, con la visita, in Polonia, dell’ex ghetto di Cracovia e degli ex campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau.

Guardare alla storia delle persecuzioni e degli stermini della seconda guerra mondiale significa infatti costruire la consapevolezza che i processi che ne furono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche, culturali che quella storia ha portato.

Cambiamo Rotta: un nuovo progetto di rete per Lipa

Avviata nel maggio scorso per iniziativa di una rete compatta di sei diverse realtà (Diocesi di Trento, Ipsia-Acli, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/CCI, Forum Trentino per la Pace, CNCA, Movimento dei Focolari), viene rilanciata ora con forza in Trentino la campagna “Cambiamo rotta!” che punta a richiamare l’attenzione sullasituazione dei migranti in viaggiosulla rotta balcanica,nel tentativo, per lo più vano, di raggiungere l’Europa, ai cui confini vengono inesorabilmente respinti. Una tragedia umanitaria che si consuma alle porte del Vecchio Continente, con l’aggravante di una chiara strategia politica portata avanti nella pressoché generale indifferenza, come documentano anche le immagini di queste ultime settimane dai confini polacchi. Un dramma accentuato dalla situazione afghana, con la fuga dal Paese tornato in mano ai Talebani.

Raccolti finora 33 mila euro: costruita una lavanderia per il campo profughi di Lipa. Nuovo progetto: l’acquisto di legna da ardere per le cucine collettive

Sulla rotta balcanica vi sono soprattutto famiglie con minori al seguito. Nei primi otto mesi del 2021(secondo dati ufficiali UNHCR)sonoquasi 12 mila i profughi entrati nella sola Bosnia Erzegovina,di cui il 30% afghani, seguiti da pakistani e iracheni.

I migranti/richiedenti asilo, accolti nei centri di transito/accoglienza in Bosnia, a fine agosto erano poco meno di tremila, ma si calcola che quasi duemila persone vivano al di fuori, negli squat e soprattutto in prossimità dei confini.

Dal gennaio del 2018, sempre secondo l’UNHCR,si sono registrate 81mila persone transitate in Bosnia Erzegovina attraverso la rotta balcanica.

La campagna “Cambiamo Rotta!” si era posta, al momento del lancio, nel maggio scorso, un obiettivo prioritario: raccogliere fondi per sostenere l’attività di accoglienza in particolare nel campo profughi di Lipa (BiH),dove operano anche volontari trentini, coordinati da Ipsia. A fine settembre erano stati donatioltre 33mila euro, trentamila dei quali già inviati per larealizzazione di una lavanderia, fondamentale per garantire un’igiene basilare e scongiurare la diffusione della scabbia. La lavanderia è stata inaugurata nelle scorse settimane a Bihać (negli spazi della Croce Rossa) ed è a servizio dei migranti del campo di Lipa, ma anche della popolazione bosniaca in situazione di povertà. Il progetto per ora è finanziato sino a marzo 2022, con copertura dei costi di funzionamento e del personale locale impegnato.

Ma la campagna non s’arresta e rilancia. L’approssimarsi dell’inverno renderà più difficili le condizioni di queste persone in transito e accolte nei campi. Tutti ricordano le immagini dei profughi in fila, al gelo, in strutture inadeguate o danneggiate da eventi imprevisti, come l’incendio che lo scorso anno distrusse la maggior parte dei tendoni del campo di Lipa.

Prossimo obiettivo di “Cambiamo Rotta!” è dare sostegno al progetto delle cucine collettive a Lipa. Ai migranti viene data infatti la possibilità di cucinare, seppure su bracieri e fuochi da campo. Le organizzazioni umanitarie (Ipsia in particolare) si impegnano dal canto loro ad approvvigionare la legna per le cucine e organizzare momenti di comunità legati al cibo. Esso diviene così veicolo di emancipazione (poter cucinare secondo le proprie tradizioni e gusti) e di conoscenza reciproca, in ambienti riscaldati e dunque un po’ più accoglienti in vista del rigore invernale.

Per questo progetto servono poco meno di 4000 euro al mese per legna e le attività correlate alla cucina collettiva.

Per contribuire, con la causale PROGETTO BALCANI:

Opera Diocesana Pastorale Missionaria Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 28 J 08016 05603 000033300338. Conto corrente postale n. 13870381.

Per i privati che usufruiscono della DETRAZIONE IRPEF Opera Diocesana Pastorale Missionaria – sezione ONLUS Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 70 L 08016 05603 000033311172. Conto corrente postale n. 30663371.

PER UN NUOVO MODELLO DI TUTELA PER I DIRITTI UMANI E DI CHI LI DIFENDE

Nel mondo le persone difensore di diritti umani ed ambientali sono sotto attacco. Una recrudescenza che va di pari passo con l’accaparramento di terre e risorse e che si alimenta dell’erosione dei sistemi democratici. 

Società civile, organizzazioni sociali, università ed istituzioni stanno anche in Italia collaborando per  realizzare programmi di protezione ed accompagnamento per stare al fianco di chi è in prima linea nelle lotte contro le discriminazioni e le ingiustizie:  difensore e difensori dei diritti umani e dell’ambiente sono il volto visibile di quella parte dell’umanità che si mobilita lavorando e lottando per un futuro migliore ed un un sistema socioeconomico più equo. 

Sono persone scomode perché si oppongono a dittature e regimi oppressivi, si battono per la libertà di espressione,  contro le discriminazioni e le ingiustizie; sono giornalisti che documentano abusi, docenti e ricercatori, attiviste ed attivisti che difendono acqua, terra, ecosistemi, territori sacri. 

Le persone difensore dei diritti umani sono il volto visibile di movimenti, organizzazioni, comunità, popoli che rivendicano il proprio diritto a esistere, a mobilitarsi, a difendere la propria dignità.

Il nostro Paese, grazie alla proposta  della società civile attiva – organizzata nella piattaforma In Difesa Di –  ha recepito nel 2018 le linee guida europee in materia. Alcune città italiane hanno coraggiosamente raccolto la sfida e sono partiti i primi programmi di “Temporary Relocation”, ovvero un’ accoglienza temporanea per persone difensore, solitamente di 3 o 6 mesi, per permettere loro di ricevere protezione, di riposarsi, di riprendersi da traumi, di denunciare e creare alleanze internazionali. 

Trento, prima città ad assumere il ruolo di “Città In Difesa Di”, sta sperimentando insieme a Padova la prima esperienza di accompagnamento e protezione di alcuni difensore/i. I due ospiti del programma saranno presenti all’incontro, osservando le necessarie linee guida per la loro sicurezza ed incolumità. 

L’evento del 16 dicembre, ospitato dall’Università di Trento, nella sua prima parte presentarà il lavoro della ricercatrice Marzia Deflorian, al tempo collaboratrice dell’associazione trentina Yaku: “Le esperienze di Temporary relocation come luoghi di protezione per le attiviste e gli attivisti dei diritti umani. Linee guida per la creazione in Trentino di una Città In Difesa Di per difensore dei diritti umani minacciate”, che grazie alla supervisione scientifica del Centro Studi Difesa Civile e alla guida accademica dell’Università degli Studi di Trento, ha permesso di indagare e raffrontare i principali programmi di protezione per Human Rights Defenders (HRD) in Europa, ed aiutare così la costruzione di linee guida utili per territori ed istituzioni italiani. Un lavoro promosso da Fondazione Caritro, che ha voluto credere in un percorso innovativo e rivolto in primis alla popolazione trentina, ma che ha avuto rilievo su tutto il territorio nazionale, in stretta connessione con i partner europei coinvolti.

Saranno presenti: la ricercatrice Marzia Deflorian, la responsabile scientifica, professoressa Luisa Del Turco del Centro Studi Difesa Civile, la responsabile accademica e presidente di “Scholar at risk” (SAR) professoressa Ester Gallo, e le associazioni coinvolte, ovvero Yaku ed il Forum Trentino per la Pace ed i Diritti Umani.  Ospite d’eccezione, la docente e ricercatrice yemenita Ghanya Al Naqeb già docente di scienze alimentari dell’università di Sana’a nello Yemen e attualmente impegnata presso il Centro Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Trento grazie all’appoggio e alla protezione del programma per docenti minacciati di SAR .

La seconda parte dell’incontro sarà invece dedicata ai Programmi delle Città Rifugio: Trento e Padova in primis, ma anche Verona, che ha da poco promosso con una mozione, l’affiliazione della città alla rete delle Città Rifugio in Italia. 

Per Trento il Centro per la Cooperazione Internazionale – con la direttrice Chiara Sighele – che sta coordinando il programma, illustrerà sfide e difficoltà di questa prima accoglienza, che gestirà in maniera coordinata fino a marzo con il Nodo Padovano In Difesa Di, per cui interverrà Marco Ramigni di Operazione Colomba.

Ma soprattutto, saranno i due difensori a raccontarsi: provenienti dall’Africa, impegnati in attività di denuncia e giornalismo per i diritti delle donne e dei bambini, hanno subito una pesantissima azione di pressione e minaccia, acuita dall’uccisione di alcuni colleghi negli ultimi mesi. 

Trento e Padova si sono immediatamente offerte di dare loro supporto, permettendo anche ai nostri territori di poter, con questa esperienza, crescere civilmente e politicamente.

L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali del Comune di Trento, nella persona dell’Assessora alle Politiche Sociali, Chiara Maule, e coordinata da Yaku.

Tracce nella nebbia

Giovedì 16 dicembre 2021 alle ore 20.30 presso il Centro civico del Brione a Rovereto sarà presentato il libro “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni“, di Vincenzo Passerini.

Con l’autore interverranno Beatrice Taddei Saltini, dell’Atlante dei conflitti e delle guerre, e Paolo Mantovan, vicedirettore del quotidiano “Alto Adige”.

Il libro è pubblicato da ViTrenD e propone cento sintetici ritratti di donne e uomini del nostro tempo e di ogni continente che hanno testimoniato con la loro vita i valori di giustizia, libertà, fraternità, nonviolenza.

Nella prefazione al volume, Marco Damilano, direttore de “l’Espresso”, scrive: “Sono tracce nella nebbia, sono impronte nel deserto, sono segnali nel buio, ti mostrano la strada che loro hanno percorso per primi, spesso cercandola da soli, guidati dalla loro coscienza nel momento di dire un sì o un no, animati dalla passione per la vita”.
L’ingresso è libero e seguirà la normativa anti COVID-19 vigente.

Organizzano le associazioni: Centro Pace, Ecologia e Diritti umani di Rovereto, Casa delle Donne, CAVA Coordinamento associazioni Vallagarina per l’Africa, A.N.P.I. Rovereto Vallagarina “Angelo Bettini”, ass. 46° Parallelo – Atlante dei Conflitti e delle Guerre. Con il patrocinio del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.

A cura di CAVA e Centro Pace, Ecologia e Diritti umani di Rovereto

Afghanistan: storie di guerre, resistenze e solidarietà

A quattro mesi dalla scomparsa di Gino Strada, fondatore di Emergency, viene proposto un momento pubblico per tenere viva l’attenzione sul paese asiatico con un racconto dal punto di vista di chi vive in modo diretto la situazione e dare voce alla società afghana.

L’appuntamento è per lunedì 13 dicembre per “Afghanistan storie di guerra, resistenza e solidarietà”: un incontro per raccogliere la testimonianza del giornalista e fotografo Giuliano Battiston, socio di Afgana.org e presidente di Lettera 22, di ritorno dall’Afghanistan che presenterà anche una carrellata di immagini catturate prima e dopo il ritorno dei Talebani.

Venti anni di intervento militare occidentale in Afghanistan hanno lasciato il paese asiatico in una situazione drammatica e catastrofica. La missione non è stata compiuta e si può considerare un fallimento sotto tutti i punti di vista: politico, militare, umanitario. Eppure la decisione di “combattere il terrorismo” con gli eserciti ha portato a venti anni di “guerre infinite” e ad un radicale cambiamento del paradigma di intervento internazionale, sempre più muscolare e poco di cooperazione.

I due decenni trascorsi non possono però essere archiviati come un semplice incidente di percorso, ma devono essere messi al centro di una riflessione che evidenzi errori e problemi e cerchi delle nuove strade per poter migliorare davvero la situazione umanitaria, sociale, civile delle persone che vivono in Afghanistan.

A seguire interverrà un esponente di Emergency – gruppo di Trento con un ricordo vivo della figura di Gino Strada, fondatore di Emergency, a quattro mesi dalla sua scomparsa.

Modera l’incontro Beatrice Taddei Saltini ideatrice con Raffaele Crocco dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo – promosso dall’associazione 46° Parallelo, attiva nel mondo dell’informazione e educazione alla cittadinanza globale attraverso incontri pubblici in merito a diritti umani, guerre e conflitti e con la pubblicazione (ad oggi 10 edizioni) dell’Atlante delle guerre e dei Conflitti del Mondo.

La serata è promossa dal Centro Pace, Ecologia e i Diritti Umani, A.N.P.I. Rovereto -Vallagarina, CAV – Coordinamento accoglienza Vallagarina con il patrocinio del Comune di Rovereto e del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

L’ingresso è libero e seguirà la vigente normativa anti-Covid.

Teatro, pace e diritti: una rassegna per il teatro e per la pace

All’indomani della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, una serata di corti teatrali darà corpo e voce ai temi della pace e dei diritti, intesi come aspetti vivi e vitali della nostra collettività e del modo con cui agiamo nel mondo, come lente di ingrandimento sulle grandi trasformazioni che ci riguardano e coinvolgono, dai conflitti sociali che aumentano alla lotta ad ogni forma di discriminazione; dai cambiamenti climatici che stravolgono il nostro mondo al bisogno di ripensare il nostro modo di vivere, per essere più solidali, consapevoli, sostenibili.

È questa l’ambizione di Teatro, pace e diritti, la rassegna che andrà in scena al Teatro San Marco di Trento sabato 11 dicembre, dalle 20.30, a cura di Forum trentino per la pace e i diritti umani e La Nuda Compagnia con il sostegno del Consiglio della Provincia autonoma di Trento.

Nell’ambito delle iniziative per il trentennale della legge che ne ha sancito l’istituzione, il Forumpace, nelle scorse settimane, ha indetto una call pubblica per compagnie teatrali professioniste per creare un’occasione in cui il teatro possa tornare ad avere visibilità e ripartire essendo stata una delle categorie più colpite dalle restrizioni dovute alla pandemia. Un’opportunità per rilanciare il potenziale del linguaggio artistico nel contrastare l’apatia, l’indifferenza, il pessimismo, la rassegnazione rispetto alle grandi sfide del nostro presente: le istanze e i bisogni che le grandi manifestazioni globali animate da nuove generazioni in lotta per il loro presente ci chiamano ancora e ancora ad affrontare cercando di essere “mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera”.

La serata verrà condotta e presentata da Antonella Fittipaldi e vedrà sul palco come ospiti i Powa Tribe, crew di danza finalista di Italia’s Got Talent 2020 diretti da Patrick Ang; in una serata che celebra il teatro trentino non poteva mancare Andrea Castelli che narrerà dell’Iliade, di un epico duello, di guerrieri e sognatori, di Paride bello come un Dio e Menelao Re di Sparta, dei miracoli di Afrodite e dell’indecorosa morte di Cyrano de Bergerac.

Nel dettaglio, il programma prevede il contributo de La Nuda Compagnia che presenterà il corto “Verde Bugia” scritto e diretto da Antonella Fittipaldi, finalista del Premio Nuova Scena 2015 e vincitore di vari premi nazionali. Protagonista la novantenne Anna, che rivive i momenti più difficili della sua vita quando ha perso i suoi due più grandi amori: nel 1943 in un blitz nazista e nel 1968 durante i moti studenteschi di Valle Giulia a Roma.

TeatroE porterà in scena il progetto “Chi racconta la mia Storia?”, uno spettacolo in formazione, costruito da Sheriff Diallo insieme all’associazione “Dalla viva voce”, ad Andrea Visibelli, Maura Pettorruso e Stefano Detassis: una provocazione e uno stimolo, un punto di partenza per discutere il nostro punto di vista eurocentrico rispetto al tema delle migrazioni.

La compagnia La Burrasca presenterà un corto estratto dallo spettacolo “La guerra di Tina”, un monologo, un racconto degli eventi che hanno portato all’arresto di una giovane trentina e della madre, della prigionia e del ritorno in un’Italia che avrebbe, da lì a pochissimo, abbracciato il fascismo.

Alla Ribalta, infine, parteciperà con “La Regia”, progetto che esplora la vita di un ragazzino autistico e il suo rapporto con le emozioni e il mondo esterno, uno spettacolo fuori dagli schemi che mostrerà al pubblico altre possibilità di pensiero e di visione della vita.

L’ingresso è gratuito, è gradita la prenotazione. 

Info e prenotazioni: info@lanudacompagnia.it – WhatsApp 320 90 52 894.

Afghanistan, il futuro negato

A quasi quattro mesi dal ritorno dei talebani al potere in Afghanistan, l’Associazione 46° Parallelo/Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo organizza a Trento la conferenza Afghanistan, il futuro negato: l’incontro, pensato insieme ad Afgana – associazione per la ricerca e il sostegno alla società civile afgana – e con l’appoggio della Provincia di Trento si terrà presso il Muse – Museo delle Scienze di Trento per il 14 dicembre, a partire dalle ore 15.00.

La situazione attuale del Paese asiatico sarà al centro di un dialogo a più voci che vedrà coinvolte diverse realtà della società civile italiana impegnate sul campo della Cooperazione allo Sviluppo in Afghanistan. Lǝ ospiti e lǝ relatori affronteranno i temi legati all’aiuto umanitario in Afghanistan, già oggetto di decisioni del Maeci, per capire in quale modo l’Italia possa e desideri sostenere politicamente e finanziariamente la sua controparte afgana, ossia gli attori della società civile e chi si è impegnato e intende impegnarsi nella difesa dei diritti fondamentali (istruzione, sanità, genere, informazione etc.). Dentro il Paese, quando le condizioni saranno idonee, e in Italia, dove la diaspora sta raggiungendo numeri importanti.

Sarà presente anche la Vice Ministra Marina Sereni, che interverrà nel corso dell’incontro e nella conferenza stampa che seguirà.

L’incontro si struttura attraverso 5 interventi principali, frutto di webinar organizzati e sviluppati tra novembre e inizio dicembre (Ong, asilo, accademia, società civile afgana) i cui risultati che saranno presentati il 14. All’intervento della viceministra Sereni seguiranno le iscrizioni a parlare che prevedono una priorità per chi relazionerà a nome di organizzazioni nazionali e internazionali impegnate o che intendano impegnarsi in Afghanistan.

La conferenza sarà disponibile anche in diretta streaming tramite i canali social dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo.