Di fronte ai disastri climatici serve un’azione immediata: dagli incendi che hanno colpito Australia, Nord America e America Latina, alle siccità in Africa, alle tempeste che hanno devastato l’America centrale e il Sud-Est asiatico.
Agire, prendersi cura del mondo, significa anzitutto ricostruire le infrastrutture sociali, evidenziare le interdipendenze, mostrare le connessioni tra i temi ambientali e quelli sociali ed economici.
“La Terra è un unico sistema dinamico complesso, autoregolato, con componenti fisiche, chimiche, biologiche e umane. E il cambiamento causato dall’uomo è un processo complesso, cioè multidimensionale, che perciò richiede una spiegazione multicausale“: così Mauro Ceruti e Francesco Bellusci descrivono questa complessità.
In tutto il mondo, le persone che scendono in piazza, quei ragazzi e quelle ragazze che nel 2019 – una vita fa – ci hanno dato la scossa su questi temi, lottano ogni giorno.
Quest’anno una storia è emersa, tra le altre: quella di Disha Ravi, attivista indiana di 22 anni che lotta contro il cambiamento climatico, contro le disuguaglianze, per i diritti di lavoratori e lavoratrici e per la giustizia ambientale.
Dopo aver mandato a Greta Thunberg un dossier sulle proteste dei contadini indiani contro le leggi di liberalizzazione del mercato agricolo di Narendra Modi, Disha Ravi è stata arrestata con l’accusa di voler indebolire e screditare il governo e le sue prerogative.
In realtà, l’attivista indiana è il simbolo di una cornice politica che sta attorno alle battaglie per la giustizia climatica che porterà il movimento fuori dai confini dell’ambientalismo in senso stretto. La sua attività l’ha portata a battersi contro il razzismo, il sessismo, la pena di morte così come per proteggere l’ambiente e la sua biodiversità.
“La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile“.
Lo scriveva anni fa Alexander Langer. Le battaglie per il clima, quelle per il lavoro, quelle in difesa della biodiversità e quelle per la salute sono tutti segmenti di un quadro più ampio.
Disha Ravi, le ragazze e i ragazzi, le mobilitazioni che oggi ci chiamano ancora a questo impegno rappresentano quel quadro.
Partecipazione giovanile e territori: di questo si è discusso durante la serata Giovani&Comune: l’esperienza delle Consulte giovanili in Trentino, un momento organizzato dal ForumPace e a cui hanno partecipato più di 70 persone, giovani, amministratori e amministratrici, semplici interessati provenienti da Rovereto, Ala, Avio, Brentonico, Ronzo-Chienis, Aldeno, Trento, Lavarone, Luserna, Malé, Ossana, Calceranica, Caldonazzo, Pergine, Folgaria, Lavis, Mori, Merano, Pomarolo, Tenna, Trambileno, Vallelaghi.
Nel corso degli anni, in Trentino sono stati moltissimi gli esempi di comunità che, attraverso processi di attivazione dal basso o con il supporto dei PGZ e delle amministrazioni locali, hanno dato vita a consulte giovanili o consigli dei ragazzi. Non luoghi di semplice ascolto, ma spazi di confronto, dialogo, dibattito e costruzione di un senso condiviso e di comunità.
L’incontro è stato moderato da Riccardo Santoni, coordinatore del ForumPace, e vedrà intervallarsi interventi di giovani, amministratori e amministratrici, insieme a due formatori che si sono impegnati, in questi anni, nel facilitare questi processi: Veronica Sommadossi e Fabrizio Pedron.
Scopo della serata, però, non era quello di ripercorrere il passato ma di costruire insieme una cassetta degli attrezzi per chi vuole dare vita (o nuovo impulso) a queste azioni: l’idea, infatti, è nata dall’interesse di 6 amministrazioni comunali (Rovereto, Ala, Avio, Brentonico, Lavarone e Luserna) per attivare questi strumenti sui propri territori.
Massimiliano Pilati, presidente del ForumPace, ha introdotto la serata: il ForumPace, nel suo trentennale, rinnova il suo impegno per sviluppare percorsi partecipativi e di comunità, forte della sua natura ibrida di punto d’incontro importante tra il mondo dell’associazionismo e delle istituzioni.
La serata è proseguita con Fabrizio Pedron, che ha raccontato il senso della serata attraverso il senso delle consulte e il percorso che porta le amministrazioni e gruppi di ragazzi alla loro creazione, passaggi e processi fondamentali per radicare il senso delle consulte sul territorio.
Il senso delle Consulte per il ForumPace e per le amministrazioni.
Il senso di questi strumenti si riflette nei principi e nei valori solennemente affermati, dalle dichiarazioni internazionali alle leggi provinciali: di questo ha parlato Riccardo Santoni, ricordando come questi organi hanno l’obiettivo di creare un ponte collaborativo costante tra giovani e amministrazioni.
La prima parte della serata ha visto intervallarsi una serie di interventi che hanno visto alternarsi molti voci diverse: Stefania Schir, assessora a Folgaria con la delega alla Cultura, alle Politiche giovanili e Politiche sociali, insieme ai ragazzi e alle ragazze della Consulta ha raccontato la sua esperienza. A Folgaria, la Consulta è stata uno strumento per raccogliere la voce e gli stimoli dei giovani nella pianificazione del futuro, un futuro che sarà il loro presente.
Lo sguardo dei ragazzi e delle ragazze: partecipazione, impegno, comunità.
E’ intervenuta anche Valentina Mustaffi, ex presidente della Consulta dei Giovani di Pergine: dall’esperienza di questa Consulta è emerso come, per le amministrazioni, è stata l’occasione per dar voce a comunità che altrimenti sarebbero rimaste inascoltate mentre, per i giovani, è stata l’opportunità per avere accesso alle decisioni e al dibattito politico delle loro comunità. Un impegno che ha continuità nella nuova consiliatura della Consulta, cui Valentina partecipa come delegata per i Piani Giovani di Zona e in cui il nuovo presidente – Matteo Beltrami – è anche lui al secondo mandato.
Da Pergine Valsugana ci siamo spostati alla zona dei laghi, dove tra Caldonazzo, Levico, Tenna e Civezzano sta nascendo una Consulta intercomunale: ci ha raccontato questo percorso Noemi Zambigli, descrivendo le difficoltà e i punti di forza del lavoro partecipato nato dal progetto Rigenerazioni attivato dai quattro Comuni e da APPM oltre un anno fa.
Un percorso che ha trasmesso l’importanza e la serietà di questo impegno: per questo, oltre alla modifica dei regolamenti comunali per la nascita di questa Consulta, durante questo percorso i ragazzi e le ragazze dei quattro Comuni hanno dato vita ad un regolamento interno e ad un codice etico.
Cosa fanno le consulte.
Dai motivi per dar vita alle Consulte, quindi, ai processi che sono stati realizzati per crearle: Alessandro Rigatti ci ha raccontato il percorso che ha portato alla costruzione del Consiglio comunale dei ragazzi di Novella, uno strumento che, anche se con un nome diverso, mantiene lo stesso scopo delle Consulte. Di più: Novella, comune nato dalla fusione di Brez, Cagnò, Cloz, Revò e Romallo il 1° gennaio 2020, ha visto la nascita del Consiglio comunale dei ragazzi prima di quella del nuovo Comune. Si è trattato di un passaggio simbolico ma anche estremamente importante in quel processo: il Consiglio di Novella, infatti, è stato protagonista di questo percorso.
Ad Andrea Zenatti, invece, il compito di raccontare cosa fanno le consulte dal punto di vista di un veterano delle Consulte. Nella sua esperienza a Terlago, infatti, Andrea ha potuto capire che non esiste un limite a quello che può creare una Consulta […] Voglio dare un messaggio a tutti i giovani e le amministrazioni: tutto quello che potete pensare, può essere fatto. Credete in voi stessi e credete alla vostra amministrazione. E alle amministrazioni: credete nei vostri giovani perché ne vale la pena”.
La prima parte della serata l’ha conclusa Veronica Sommadossi, raccontando il senso delle Consulte per i loro territori. Questi strumenti hanno valore, anzitutto, a livello personale, per i giovani che le partecipano: “si tratta di un percorso di empowerment: capisco chi sono, capisco le mie potenzialità e sono in grado di portare a termine gli obiettivi che mi pongo”.
Sono, poi, strumenti essenziali per i territori e per il loro sviluppo: i ragazzi, le ragazze, che partecipano alle Consulte sapranno come dar vita a processi di partecipazione, a dar vita a strategie nuove per e con le proprie comunità.
La promessa è di non fermarsi qui.
La serata è proseguita con la suddivisione per tavoli territoriali: i Comuni di Rovereto, Ala e Brentonico, Avio, Lavarone, Luserna e alcuni Comuni della Val di Non e della Val di Sole hanno ragionato su come poter attivare le Consulte sui propri territori, confrontando le diverse impressioni, le proposte e i dubbi o i problemi emersi nel corso della serata.
Insomma: un incontro ricco di spunti che si è concluso con la promessa di non fermarsi qui. Così come non si ferma l’impegno del ForumPace: le Consulte sono strumenti importanti ma non obbligatori. Realizzare questi percorsi, dar vita a questi luoghi di partecipazione ha senso solo in quanto strumenti di dialogo e collegamento tra comunità e territori. Si tratta di strumenti per dar nuova linfa alla cultura della partecipazione: se è difficile che i giovani si sentano davvero ascoltati, le amministrazioni devono trovare strategie per riprendere credibilità nei loro confronti. Le Consulte servono precisamente a questo: a dimostrare che le amministrazioni sanno ascoltare i giovani e rispettare gli impegni.
Un progetto di successo che ha dato lavoro e aperto opportunità professionali a molti iscritti, grazie alla nostra rete di partner, e che quest’anno si integra all’interno del progetto Cultura e saperi, che affianca al Media Contest, due percorsi di sensibilizzazione aperti alla popolazione.
Lo scopo è quello di promuovere una cittadinanza attiva e consapevole, attenta alle problematiche del linguaggio digitale e dell’uso corretto della rete e dei social, temi ancora più rilevanti in questo contesto di pandemia.
L’obiettivo del Media Contest di quest’anno rimane questo: creare concrete opportunità professionali per i giovani. Per farlo, il percorso formativo vedrà il coinvolgimento di giovani dai 18 ai 35 anni, che seguiranno incontri formativi tenuti da professionisti del giornalismo, dell’editoria, della letteratura, della comunicazione.
Il progetto si struttura su tre sezioni tematiche tra loro collegate e interdipendenti: disoccupazione giovanile, divario digitale, oltre qualsiasi discriminazione di etnia e di genere.
#linguaggi: 10 conferenze, aperte alla cittadinanza, sui principali temi di interesse generale.
Media Contest: una sezione di formazione trasversale – teorica e pratica – riferita a ciascun medium: redazione testo giornalistico, podcast, video, a cui si accompagnerà un periodo di tirocinio, il concorso vero e proprio e la premiazione.
Per il primo classificato, in palio c’è un contratto di lavoro freelance di un anno per Il Dolomiti, media partner dell’iniziativa, più un Ipad, un libro di approfondimento sui temi trattati e un attestato di partecipazione.
#culturadigitale, ovvero creazione di piattaforma digitale e pubblicazione di contenuti multimediali e workshop, conferenza digitale, interviste di comunità.
Per tutte le informazioni, consultate il sito https://www.culturaesaperi.org/
Dopo mesi e mesi di pandemia, dopo la DAD, l’isolamento, la distanza, i ragazzi e le ragazze del Trentino tornano ad aprire spazi dove ragionare tutti e tutte assieme attorno a quanto sta accadendo nel mondo e nelle nostre vite: dalla politica all’Europa, dal sesso agli stereotipi passando per l’incertezza – di tutti e tutte – nei confronti del futuro
Quattro appuntamenti, quattro temi: sono partiti il 18 febbraio con un Alessandro Rosina e Marco Balzano in dialogo con Gaia Enea e Simone Cont. Il tema? Libertà è partecipazione: di fronte ad una politica che invecchia sempre di più, la discussione passerà dalla fiducia nelle istituzioni al voto a 16 anni, passando per la distanza tra programmi scolastici e mondo contemporaneo.
“Perché non mettersi a confronto con il mondo degli adulti sulle varie tematiche che ci stanno più a cuore?”: questa la domanda che ha guidato gli organizzatori e le organizzatrici nell’immaginare il percorso che prosegue il 18 marzo, sempre alle 18.30, con un dialogo con Manlio Castagna dal titolo “Oggi decido io“; il 26 aprile, durante una grande assemblea di istituto plenaria organizzata dalla collaborazione tra alcune scuole di Trento e Rovereto (e che anticipa l’arrivo di OTIUM2k21 – Non è un paese per giovani) si parlerà de “La società del pudore“; chiude questo lungo cammino l’incontro del 13 maggio, ore 18.30, dove si ragionerà di stereotipi, dalla parità di genere all’immigrazione, attorno al tema “Io non sono razzista ma…“.
Insomma: SalotTEENS è un altro bel passaggio di un percorso che non nasce oggi e che, sicuramente, non accenna a fermarsi.