19 811 bambini morti nel conflitto.
5,5 milioni di persone che hanno lasciato il paese.
6 milioni di sfollati interni.
E’ con questi numeri importanti, dati dal moderatore Raffaele Crocco, che si è aperto a Trento mercoledì 6 marzo l’evento “Noi siriani”, un dialogo e confronto con Sheik Abdo, attivista per i diritti umani e rifugiato siriano che dal 2015 si è fatto portavoce internazionale della Proposta di Pace per la Siria: un appello nato dal basso, dalla società civile siriana che vive all’interno delle tendopoli nel nord del Libano.
L’incontro, che si è svolto in una Sala Falconetto gremita di persone, è stato organizzato da Operation Daywork in collaborazione con civico 13 sportello delle politiche giovanili di Provincia e Comune di Trento. e con il Forum trentino per la pace e i diritti umani in rappresentanza della rete in difesa di…
Due in particolare sono stati i temi centrali della serata.
Nella prima parte, Sheik Abdo ha raccontato della situazione che i rifugiati siriani stanno vivendo nei campi profughi del Libano, una realtà che conosce bene dal 2011. Soluzioni abitative precarie, alta mortalità infantile, irruzioni costanti dell’esercito libanese nei campi, arresti e maltrattamenti, bambini che non vanno a scuola, o che se ci vanno hanno garantito un livello appena minimo di istruzione: questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la quotidianità di queste persone, e che dimostra quanto sia urgente trovare una soluzione urgente per il popolo siriano.
E’ proprio da questa consapevolezza che nasce la Proposta di Pace per la Siria, una richiesta che si articola in sei punti e che Sheik Abdo ha delineato bene nella seconda parte dell’incontro: la fine della guerra, l’aiuto alle vittime con assistenza e creazione di zone neutre, la lotta al terrorismo, il raggiungimento di una soluzione politica e “la creazione di un Governo di consenso nazionale che rappresenti tutti i siriani nelle loro diversità e ne rispetti la dignità e i diritti”. Tale proposta, ha sottolineato Sheik Abdo, è nata dagli stessi siriani ora profughi in Libano e non è fatta in quanto oppositori del regime, ma in quanto cittadini che vogliono la pace per il loro paese.
“La mia aspettativa per oggi è di portare a voi la voce di questa gente che non è ascoltata: qui non sto parlando da siriano, ma da essere umano, perchè questa guerra riguarda tutti noi.”. L’augurio è che la Siria torni presto ad essere, come si augura Sheik Abdo, un paese “che rappresenti tutti”.
Oltre a questo evento pubblico, grazie al Forum trentino per la pace e i diritti umani è stato possibile far incontrare Sheik Abdo con Carlotta Sami, rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa che si trovava a Trento in occasione della presentazione del libro “Anche Superman era un rifugiato”. I due hanno quindi avuto modo di conoscersi e di discutere insieme sulla difficile situazione del popolo siriano, nella speranza che l’Onu possa appoggiare ufficialmente la proposta di pace.