Fare la pace: il Forum e l’informazione.
Mercoledì 10 Febbraio, si è svolta in diretta Facebook sulla pagina del Comune di Trento la prima presentazione in Italia del “Forum Mondiale delle Città e dei Territori di pace”, curata dall’ Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo.
Il Forum, si legge dal sito, non è solamente un “evento”, ma piuttosto un processo di riflessione e advocacy globale, collettiva e orizzontale, con l’obiettivo di offrire soluzioni a livello politico e nell’attuazione di politiche per la costruzione della convivenza e della pace nei territori. Durante il processo, si tiene un evento di convocazione globale che segna una pietra miliare nella roadmap che si estende attraverso reti, città, azioni di scambio, sostegno politico, programmi educativi o campagne in varie parti del mondo con formati diversi.
Raffaele Crocco, che guida la presentazione, spiega come il Forum sia nato dalla volontà dei comuni di Madrid, Barcellona e Parigi e di come ora coinvolga tutto il mondo unendo territori e città per costruire dal basso politiche utili per praticare la pace in maniera concreta. Fondamentale per attuare questo processo è il binomio informazione-azione, poiché per “fare la pace” è necessaria prima di tutto un’informazione trasparente e di qualità, che possa arrivare alla maggior parte delle persone.
Dal locale al globale e ritorno: costruire la pace.
Molte le persone che sono intervenute in questa prima uscita pubblica del Forum Mondiale in Italia: Elisabetta Bozzarelli, Assessora alle Politiche Sociali, Giovanili e Culturali del Comune di Trento, ha portato il proprio saluto ricordando come la pace sia la base su cui costruire comunità coese, solidali ed educanti. La pandemia, spiega l’Assessora, ci ha mostrato ancora una volta quanto siamo tutti e tutte interconnessi e quanto “quello che faccio io nel mio piccolo ha ricadute sul mondo intero”.
Il fil rouge degli interventi della mattinata è l’azione concreta, nel piccolo e dal basso, dove la società civile viene coinvolta in prima persona nella costruzione di una comunità pacifica locale ma con ricadute a livello globale.
“La storia della nostra città è una storia di pace” racconta la sindaca di Empoli Brenda Barnini, ricordando come favorire la qualità delle relazioni tra le persone sia il primo passo per contrastare la nascita dei conflitti. Dopo di lei, anche Chiara Pagni, Consigliera comunale di Empoli, sottolinea l’importanza della pratica pacifica nei quartieri e nelle strade: “Pace significa rendere le città il più inclusive possibili, sostenibili, a misura di bambini e bambine. La pace deve essere un processo che si pratica quotidianamente.”
La città di Empoli ha aderito al Manifesto della comunicazione non ostile: costruire la pace significa praticare quotidianamente una comunicazione inclusiva, non violenta e pacifica, conclude la Consigliera.
Dal campo amministrativo è presente anche FELCOS Umbria, l’associazione di comuni per lo sviluppo sostenibile. Così come la maggior parte dei presenti oggi, anche Felcos ha come punto di riferimento l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che comprende anche l’obiettivo di diffusione della pace.
Il vicepresidente Umberto Bonetti spiega infatti come la loro missione è indirizzata verso più temi che vanno dalla sostenibilità alla pace, passando per la cooperazione. La composizione dell’associazione, formata per lo più da piccoli comuni, favorisce la dimensione dell’agire concreto e locale, senza perdere di vista gli obiettivi internazionali: “avere un presidio di pace che si sposa con l’Agenda 2030 si sposa anche con il lavoro dei piccoli Comuni: lì bisogna fare azione di pace.”
La mattinata non è stata animata solo da enti locali: il sostegno al Forum Mondiale è arrivato anche dall’Osservatorio dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, tramite il coordinatore nazionale Michele Corcio, e da ARCI Siena, con la presidente Serenella Pallecchi che ci ricorda il ruolo e la necessità di avere un tessuto associativo presente e attento: i circoli ARCI, in particolare, “rappresentano, pertanto, punti di riferimento fondamentali, luoghi di prossimità che promuovono il benessere delle persone, che creano e mantengono i rapporti di comunità e la rete di protezione sociale di quei territori”. Il radicamento sul territorio e la creazione di comunità, come abbiamo visto, sono elementi fondamentali per lo sviluppo di società pacifiche.
Proprio da queste considerazioni parte anche il lavoro dell’associazione Forma Mentis in Toscana: Gianni Scotto ha raccontato il loro lavoro a Prato, nella ricomposizione dei conflitti tra la comunità straniera – e, in particolare, cinese – e la comunità italiana, la quale ha portato al reciproco riconoscimento e a ricadute concrete su un territorio altrimenti spaccato.
La mattinata si è conclusa con due interventi che hanno offerto uno sguardo più ampio sui lavori del Forum (lavori che sono iniziati il 10 febbraio ma che proseguiranno).
Joannes Krassnitzer, coordinatore UNDP ricorda l’importanza della rete territoriale formata dai comuni, dalle associazioni e dai singoli cittadini nel cammino di realizzazione degli obiettivi globali dell’Agenda 2030.
“La pace, ricorda Krassnitzer, non è solamente assenza di conflitto, ma è costruzione di comunità e lotta alle disuguaglianze” e per questo l’alleanza tra Atlante e Forum Mondiale è un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di una società pacifica e sostenibile.
Infine, l’intervento che meglio ha descritto la portata di questo appuntamento e del lavoro che si è appena aperto è stato quello di Diana Racon Gonzales, coordinatrice dei sindaci e degli assessori del governo di Città del Messico, capitale ospite della terza edizione del Forum Mondiale.
“Il Forum non è solo un evento ma è un processo di riflessione collettivo, globale e orizzontale che si pone l’obiettivo di proporre soluzioni a livello politico, promuovendo azioni politiche tra multistakeholder e multilivello per dar vita a processi partecipativi per costruire la convivenza e la pace nei territori”.
Costruire la pace con la concretezza.
Il lavoro del Forum è solo all’inizio: avrà un momento finale ad ottobre, a Città del Messico. Nel frattempo, sessioni auto-organizzate come quella del 10 febbraio scandiranno l’avvicinamento a quell’evento e ci daranno l’occasione per riflettere e discutere su come pratichiamo la pace, qui e altrove nel mondo. Seguire questi lavori sarà possibile sia attraverso gli aggiornamenti che pubblicheremo qui e sui canali del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani che seguendo il lavoro di Atlante delle Guerre e dei Conflitti e il sito del Forum mondiale (dove potete trovare anche la rivista internazionale Città della pace e il lavoro Cartografie di pace).