Da comunità che sostengono a comunità sostenibili: questo il titolo della settima edizione della Settimana dell’Accoglienza, che coinvolgerà tutto il territorio regionale dal 25 settembre al 3 ottobre prossimi, data della Giornata della memoria delle vittime delle migrazioni.
“Non vogliamo limitarci a curare le ferite, ad accogliere chi più fatica, ma affermare nuovi modelli sociali, più equi, inclusivi, giusti, capaci di riconoscere e tutelare diritti inalienabili, di restituire visibilità, dignità e futuro a chi ne è stato privato”: questo il messaggio lanciato oggi dal presidente del CNCA Trentino Alto Adige – Sudtirol Claudio Bassetti durante la conferenza stampa di lancio delle iniziative della Settimana dell’Accoglienza.
Un momento di avvio di un percorso che vedrà la partecipazione delle 18 realtà parte del CNCA ma anche di tutti e tutte coloro che, come singoli, associazioni, enti o istituzioni intenderanno condividere questo cammino.
“Questa settimana è un contenitore in cui discutere dei nostri comportamenti, di quanto un modello produttivo impatti sull’ambiente: non siamo mai neutrali nelle nostre scelte“, continua Bassetti nel rilanciare l’invito ad aderire e a collaborare alla Settimana dell’Accoglienza già nella sua preparazione
Questo perché la struttura della Settimana è in corso di costruzione: “noi realizziamo la cornice”, ricorda Bassetti “che verrà riempito da progetti, programmi e iniziative in carico alle 18 realtà del CNCA così come alle altre realtà, enti e istituzioni”. L’avvicinamento a questa edizione, dunque, sarà ancora una volta caratterizzato dal coinvolgimento della comunità nel suo complesso, su tutto il territorio regionale, con attenzione ai grandi centri e alle aree periferiche.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il Sindaco di Trento Franco Ianeselli il quale ha ricordato come “in un mondo diseguale è chi è più debole che paga le conseguenze maggiori“. Nel sottolineare l’importanza di trovare spazi di attenzione a quella che descrive come una città che cura, che pone al centro le persone, una “città più silenziosa” rispetto all’indignazione che viaggia via social, osserva anche come “ragionare di clima ed emergenza climatica significa sapere che ogni transizione non è neutra“.
In questo, osserva, un cambio di direzione, di paradigma, nel senso dell’economia circolare significa essere consapevoli che “produzioni che oggi sono realizzate, domani non ci saranno più: se non pensiamo alle persone, ad un accompagnamento in termini di occupazione, di politiche attive del lavoro, avremo un rinculo negativo di questa transizione che viene pensata e agita solo per i ceti benestanti”.
Tra le realtà del CNCA ad intervenire anche Violetta Plotegher, presidente dei ATAS Onlus: “la cura”, osserva, “è responsabilità e non possesso”. La cura deve essere al centro dell’azione di oggi, di quella che programma il futuro, di quella che dà spazio alle nuove generazioni, a chi quel futuro lo abiterà. La domanda, dunque, è “che tipo di mondo, che tipo di genere umano, di presenza della vita sul pianeta stiamo preparando? Questo è un tema che ci lega, dove tutto sta insieme: l’economia deve andare in questa direzione, la cultura deve andare in questa direzione, la cura dell’ambiente, della nostra casa comune, deve andare in questa direzione”.