Che tacciano le armi!

Il conflitto in Israele-Palestina è divampato di nuovo in guerra, questa volta con un breve ma
intenso rovesciamento dei rapporti di forza che ha lasciato stupefatto il mondo intero. Il risultato,
però, è sempre il medesimo: un doloroso spargimento di sangue che allontana ancor di più le
quanto mai flebili prospettive di pace, giustizia, riconciliazione.
Quali che siano, di volta in volta, i casus belli delle violenze, un’altra costante che accomuna questi
accadimenti è la superficialità delle analisi da parte dei media, dei circoli politici e intellettuali. La
corsa alla ricerca delle responsabilità, delle giustificazioni, dei “però”, se svolta in maniera
volutamente astorica è un esercizio da cui chiunque -sia nell’ambito dell’informazione che in
quello della solidarietà internazionale- dovrebbe esimersi, perché mistifica e offusca le
responsabilità più grandi di tutte: le nostre.
L’unico motivo per il quale ancora scorre il sangue in Palestina-Israele è perché negli ultimi trenta
anni né il popolo della pace né tantomeno i governi mondiali hanno voluto o potuto imporre il
rispetto del diritto internazionale come base di un vero processo di pace
. Politiche e scelte locali
scellerate riescono facilmente ad accendere una miccia che tutto l’occidente ha contribuito a
fabbricare e armare.
Adesso, come sempre, l’unico grido che vogliamo far risuonare in tutto il mondo è: che tacciano le
armi! Che si abbandoni la via della vendetta e della rappresaglia
!
Il nostro massimo sostegno va alla popolazione civile, alle vittime di queste spirali dissennate di
violenza, a chi ancora, insieme a noi, coltiva in Israele-Palestina la speranza per una pace giusta.

Pier Francesco Pandolfi de Rinaldis – Pace per Gerusalemme
Massimiliano Pilati – Presidente Forum trentino per la pace e i diritti umani

Stop all’escalation di violenza tra Palestina e Israele

Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani esprime ancora una volta la propria costernazione davanti alla recrudescenza del conflitto israelo-palestinese e alle gravi conseguenze per la popolazione civile.

Palestine 2009. Israel’s Wall in Bethlehem, West Bank.

La terribile escalation di violenza fa seguito all’appoggio istituzionale e militare concesso ai coloni israeliani per espellere i palestinesi dalle loro case in diversi quartieri di Gerusalemme Est, in un contesto segnato dall’inazione e dall’impotenza della comunità internazionale.

Il mondo intero ha assistito per settimane alle provocazioni di fanatici coloni israeliani in marcia sulla città vecchia, seguite dalla chiusura ai palestinesi dei luoghi santi sulla Spianata della Moschea per la fine del Ramadan.

Questi atti sono la conseguenza di un più generale allontanamento da ogni tipo di negoziazione e di ricerca della pace da parte degli ultimi governi israeliani. I comunicati di rito delle istituzioni internazionali non bastano più a ristabilire il precario equilibrio sociale nella terra di Palestina e in Israele, dove quest’ultimo solo poche settimane fa è stato definito un “regime di apartheid” dalle voci autorevoli di Human Rights Watch e dell’organizzazione per i diritti umani israeliana B’Tselem. È assolutamente necessario, come più volte ribadito dall’ONU, che anche allo Stato di Israele venga imposto di applicare il diritto internazionale: deve cessare la mancanza di accountability, di responsabilità per le violazioni compiute.

Nel contempo la leadership palestinese ormai soffre di una debolezza cronica, diretta conseguenza delle difficoltà giuridiche, economiche e sociali derivanti dall’occupazione militare. Il comportamento del governo israeliano è chiaramente ostile allo svolgimento delle elezioni nei territori palestinesi, pertanto ancora una volta dovrebbe essere l’Unione Europea ad assumersi la responsabilità di vigilare sulla fine delle violazioni dei diritti umani e per una ripresa di un processo di pace.

Il Forumpace, in sinergia con le organizzazioni che lavorano in quei territori (come l’Associazione “Pace per Gerusalemme”) continuerà a favorire il dialogo tra i popoli palestinese e israeliano. Fermamente chiediamo che l’Italia si faccia promotrice di un’azione diplomatica di pace e di rispetto del diritto internazionale presso le Nazioni Unite e l’Unione Europea con lo scopo di:

  • fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di fermare qualsiasi tipo di ritorsione e di rimuovere l’assedio a Gaza;
  • impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
  • esigere dal governo israeliano di rimuovere tutti gli ostacoli alla realizzazione di elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
  • sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale;
  • inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale;
  • fermare a livello nazionale ed europeo la cooperazione militare con lo Stato di Israele, in quanto parte funzionale e integrante del sistema repressivo e di occupazione militare dei territori palestinesi;
  • agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità

Invitiamo la popolazione trentina a partecipare, nel rispetto delle precauzioni sanitarie, al presidio per la pace in Palestina che si svolgerà sabato 15 maggio, anniversario della Nakba, a Trento in Piazza Duomo alle ore 16:00.


Il Presidente – dott. Massimiliano Pilati