Anche quest’anno, come nel 2020, il Forum trentino per la pace e i diritti umani collabora con il Trento Film Festival, alla sua 69a edizione, mettendo a disposizione un premio del valore di 500 € per il film che esprima al meglio temi e valori portanti della cultura della pace, come il rispetto dei diritti umani, la denuncia della guerra, il diritto ad uno sviluppo sostenibile e all’autodeterminazione dei popoli.
La giuria, che ha riunito diversi sguardi e sensibilità, coinvolgendo un gruppo di giovani tirocinanti e in servizio civile al Forum e tre partecipanti del gruppo Rise Experience Project, ha deciso di premiare il film iraniano Holy Bread del regista Rahim Zabihi, per la capacità di avvicinare alle nostre sensibilità una zona remota e fuori dal nostro immaginario. Il film, infatti, racconta la vita durissima dei kulbar kurdi, che trasportano beni attraverso la frontiera iraniana, evidenziando come essa paghi direttamente le conseguenze delle tensioni internazionali e delle logiche di mercato preminenti nel sistema economico dominante. La giuria in particolare ha apprezzato l’intensità delle testimonianze dirette dei kulbar, colte attraverso la lunga e partecipe frequentazione e composte in un ritratto corale che intreccia povertà, fame, disperazione e marginalità sociale in un vibrante appello alla difesa dei diritti del lavoro e della dignità della persona.”
Chi guarda Holy Bread non si sente testimone distante e impotente, ma partecipa alla fatica e al dolore dei protagonisti. La sapiente costruzione dell’immagine e le scelte di montaggio valorizzano le testimonianze, vere e autentiche, che lasciano intatta la dignità dei testimoni e si alternano a scene di vita che non hanno bisogno di parole per essere comprese, perché parlano il linguaggio universale della fatica dell’essere umano per conquistarsi il pane quotidiano, come riassume emblematicamente la frase bread = life, scritta su di un masso lungo il pericoloso sentiero che i kulbar affrontano ogni giorno.
Con il suo Holy Bread, Zabihi documenta un intrecciarsi di storie, racconta un popolo, denuncia un’ingiustizia sistemica, ma mostra anche l’orgoglio e la forza che albergano nel cuore di una comunità, e lo fa sfruttando al meglio la potenzialità del mezzo cinematografico, costruendo un legame empatico anche con un pubblico molto distante dai suoi protagonisti, evitando ogni retorica o paternalismo.
Il legame tra il Forum trentino per la pace e i diritti umani e il Trento Film Festival trova inoltre conferma nella partecipazione al concorso del cortometraggio Mila, realizzato con il patrocinio del Forum.