La tecnologia che ci permette di costruire reattori nucleari (e purtroppo anche il materiale per le bombe atomiche, ndr.) è una tecnologia relativamente vecchia, che oggi compie quasi 80 anni. L’enorme paura scaturita dalla cosiddetta “bomba totale” ha fatto nascere un dibattito sociale mondiale, da cui sono scaturiti una serie di trattati per limitare sia i test nucleari, sia l’arsenale totale di ordigni. Infatti, oggigiorno il totale di ordigni nucleari posseduti dai Nuclear Weapons States – Stati con arme nucleari, ovvero Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, ammonta a circa 20.000 testate contro le oltre 60.000 che si erano raggiunte negli anni ’80, e sono destinate a ridursi ancora di numero entro il 2025.
Il più noto di questi trattati è il trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT) del 1970, che è stato prorogato a tempo indeterminato nel 1995 e annovera più di 180 Paesi tra i suoi firmatari. Questo trattato si basa su tre principi fondamentali: disarmo, non proliferazione e uso pacifico delle tecnologie nucleari. Dunque, non esclude la possibilità di utilizzare la tecnologia nucleare per fini di ricerca e utilizzo civile (reattori nucleari) e per fare in modo che questi principi vengano rispettati è stata istituita la IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), con sede a Vienna, che si occupa di controllare e monitorare che questi accordi vengano rispettati.
La recente tragedia del reattore di Fukushima nel 2011, insieme al continuo dibattito tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha fatto sorgere nuovamente il dibattito sociale sul nucleare, facendoci interrogare ancora una volta sull’importanza del disarmo, specialmente quello nucleare, e sull’impatto di questa incredibile tecnologia.
ISODARCO – International School On Disarmament And Research on Conflicts, in collaborazione con USPID – Unione Scienziati Per Il Disarmo giunge quest’anno alla 31°esima edizione della sua Winter School ad Andalo (Trento), quest’anno intitolata: “The Evolving Nuclear Order: New Technology and Nuclear Risk”, che grazie a relatori d’eccezione provenienti dal mondo accademico e non, quali Harvard University, University of Cambridge, IAEA, Carnegie Corporation of New York ed altri ancora, porta in Trentino il dibattito sulla pace e sul disarmo, facilitato dall’ expertise di ricercatori e professori.